Qui di seguito ho deciso di postare un recente articolo di Jervè , autore del blog Iconicon, in quanto per il modo in cui è scritto, sia a livello culturale che come ricchezza di argomentazioni è degno di nota per noi tutti.
E intanto la grassona continua a cantare...
Jervè, 2 luglio 2012
In riferimento a ciò che succede in questi giorni il mio caro amico Michael mi ha ricordato una espressione colloquiale americana che dice: “It ain’t over till the fat lady sings” (non è finita fintanto che canta la grassona).
L’origine del modo di dire viene dall’opera “Il crepuscolo degli dei” di Wagner, nella cui ultima aria la valkiria Brunilde canta per una ventina di interminabili minuti prima del finale dell’intera opera, che corrisponde poi alla fine del mondo.
Si tratta di uno slang che vuol significare che non è finita finché non è davvero finita, e noi che in relazione al tema degli ormai famigerati arresti di massa vediamo il susseguirsi di termini, ultimatum e annunci stiracchiarsi in modo sempre più acrobatico in avanti nel tempo, mentre un rapido sguardo ai media mainstream ci dice che la grassona continua imperterrita a cantare, con la solita e collaudata zuppa di fesserie, notizie pilotate e falsità, gossip e sport che non smette di sostenere una realtà virtuale ormai oltre i limiti di una grottesca follia, ebbene noi non sappiamo più cosa pensare.
Spesso ricevo mail che mi chiedono spiegazioni ora su questo ora su quell’aspetto della fase storica schizofrenica che stiamo vivendo, e sento che sia il caso di rispondere un po’ a tutte, attraverso alcune considerazioni e precisazioni di ordine generale che voglio riunire in questo post, ordinandole in forma di domande e risposte.
1) Davvero sta succedendo qualcosa o tutto continua e continuerà come sempre?
Questo dubbio si insinua sottilmente anche in chi finora ha prestato attenzione all’informazione alternativa su internet.
Perché i media di massa stanno veramente dando fondo alle loro magiche abilità per sostenere la Matrix illusoria, ma in realtà basta poco per sincerarsi che la realtà che essi ci spacciano come vera è e rimane una ipnosi, e che ciò che vien detto è fittizio. Dobbiamo tornare a mettere in relazione incessantemente ciò che vien detto con ciò che viene fatto per trovare un punto fermo a cui appigliarsi.
Limitandoci alla sola situazione nazionale, fa davvero impressione pensare che vi siano ancora nel pubblico così tanti incompetenti assoluti – voglio ripeterlo, incompetenti assoluti – che sono convinti tuttora che “il nostro premier sta lavorando bene” e “sta salvando l’Italia”.
Sono i fatti stessi a smentire le dichiarazioni che vengono cantilenate dai giornalisti perché entrino pervasivamente nei nostri circuiti mentali.
E i fatti sono, un esempio fra tutti, che le nazioni appartenenti al blocco NATO dal punto di vista giuridico non sono dei soggetti pubblici, ma privati. NON SONO SOGGETTI PUBBLICI MA PRIVATI. L’Italia ad esempio di fatto non è una repubblica, con un bene pubblico che appartiene alla comunità dei Cittadini Italiani. Non esiste cioè attualmente la Repubblica Italiana. Esiste una “company”, ossia una azienda, dal nome Republic of Italy, regolarmente registrata alla SEC, ossia U.S. Securities and Exchange Commission, il massimo organismo americano di controllo del mercato, come si può vedere a questo link.
Al pari degli altri paesi NATO l’Italia quindi giuridicamente è una azienda, il cui asset patrimoniale è costituito… dai suoi cittadini. Per ogni cittadino che nasce, l’iscrizione nei registri aziendali della Company “Republic of Italy” è obbligatoria attraverso il certificato di nascita, in quanto viene emesso parallelamente un bond che corrisponde al valore medio stimato del lavoro che quel cittadino è in grado di compiere nel corso della sua vita a favore dei suoi proprietari privati.
Quindi ognuno di noi è giuridicamente di proprietà della “Republic of Italy Company”, che è una controllata della “United States of America Corp.” a sua volta controllata da… questo lo vedremo in uno dei prossimi post.
Pertanto il nostro premier “sta lavorando bene” nel senso che sta facendo il curatore fallimentare per conto terzi di un’azienda mandata artificialmente in dissesto finanziario, per poi cercare di far bella figura con gli azionisti “salvando l’Italia” in quanto ”Republic of Italy Company” attraverso la spremitura estrema dell’asset, ossia di noi cittadini, la terminazione brutale delle attività non redditizie per gli azionisti e la svendita agli stessi di quelle redditizie. Tutto qui, né più né meno.
Se e quando parla di crescita e di ripresa, mente a bella posta, poiché dopo aver portato a termine l’agenda appena descritta, la crescita non può essere tecnicamente possibile. Punto.
Quindi non sta lavorando per noi cittadini. E anche considerandolo nella prospettiva che abbiamo descritto di sciacallo conto terzi, è evidentemente poco qualificato come politico, o incapace o incurante per arroganza nelle pubbliche relazioni con il pubblico attraverso i media.
Se poi allarghiamo l’esame a tutti i paesi del blocco occidentale vediamo che la situazione dettaglio più dettaglio meno è analoga.
Ora, se immaginiamo che per salvare le company questi curatori fallimentari riducano progressivamente in schiavitù finanziaria totale tutta la popolazione non ha senso pensare che il mondo continui indefinitamente ancora in quella direzione. A meno che non si accetti come cosa buona e giusta la segregazione dell’umanità. Ma qualcosa in senso contrario sta succedendo, eccome. Basta grattare appena sotto la superficie delle notizie per accorgersi di ciò. E anche gli incompetenti assoluti ad un certo punto se ne accorgeranno, ancorché in modo per loro molto più traumatico di chi se ne è accorto tempo fa risvegliandosi dall’ipnosi di massa.
2) Questo blog è ancora dell’idea che gli arresti di massa avverranno, visti gli ultimi sviluppi?
Innanzitutto è bene chiarire una cosa di estrema importanza riguardo alla linea di comunicazione di Iconicon Post, che è ben delineata da quanto esposto alla voce di menu “about” a cui rimandiamo in questo link.
Questo blog si occupa primariamente di arte, che tra le attività umane è di gran lunga quella più degna di nota, quella più onorevole e in grado di lasciare una traccia dell’esistenza umana.
Perché di fatto è inerente alla capacità dell’uomo di partecipare alla creazione del mondo. In ciò l’uomo manifesta la sua essenza stessa di Scintilla Divina, e nella sua capacità di trasformazione della realtà affondano le radici della dignità della condizione umana. Un uomo che muore lasciando la stessa realtà che ha trovato alla sua nascita ha semplicemente perso l’occasione di fare della sua esistenza qualcosa di meritorio e ricordabile.
A tutti noi, RIPETO A TUTTI NOI, anche al più umile e dimenticato, è data questa possibilità. Ogni essere umano è artefice e creatore della sua realtà, e lo è per diritto divino di nascita. Se non ci sentiamo artisti e rinunciamo ad intervenire con le nostre capacità negli eventi che ci riguardano, preferendo “lasciar fare ad altri” “a chi ne sa più di me” “ai tecnici” di questa o quella specialità, ebbene è solo una nostra scelta, legittima, per carità, ma un scelta con la quale abdichiamo dalla parte più unica e irripetibile di noi stessi.
Ora, il futuro dell’arte è quello di estendere il proprio campo di azione alla creazione dell’intera realtà. Non solo simulacri in forma di “opere” ma il mondo stesso sarà l’opera collettivamente creata dalla comunità umana.
Per passare dall’era attuale in cui una possibilità del genere appare inimmaginabile ad una in cui tutto ciò sarà normale, non è pensabile che non vi sia un momento di discontinuità. Semplicemente non è pensabile.
Dato che anche uno sprovveduto capisce quanto dicevamo al punto precedente, che questa è la fine di un ciclo, vi sono troppi segnali in proposito per escluderlo, e che quindi si passerà al ciclo seguente, perché questo avvenga è necessario un evento costituito da una fase di reset e e una di catarsi. Un momento di consapevolezza attraverso il quale rileggere quanto accaduto in precedenza, farne tesoro attraverso il ”lutto” che la spiegazione degli eventi secondo verità comporta, e quindi finalmente avere gli strumenti per voltare pagina e costruire un futuro genuinamente nuovo.
Senza questa tappa traumatica, senza questo strappo, il processo non potrà compiersi. Quindi potranno cambiare modi e dettagli, potranno ulteriormente esserci posticipi ma qualcosa che si configuri come l’evento che abbiamo chiamato “arresti di massa” dovrà fisiologicamente avvenire.
3) La tematica E.T., comunicazioni canalizzate, loro interventi diretti, sbarchi in massa, non appare a volte del tutto irreale?
Ad essere veramente irreale è la versione negazionista/demonizzatrice pervicacemente sostenuta dalla matrix virtuale che i media creano ogni giorno dinanzi ai nostri occhi. Così complessa, contraddittoria e zoppicante che anche solo per il principio del Rasoio di Occam che la scienza usa ogni giorno la conclusione non può essere che ad essa contraria, perché più semplice e lineare.
4) Ma è mai pensabile che, come in un finale hollywoodiano, arrivi la cavalleria a “salvarci”? Non appare sospetto, non potrebbe essere l’ennesimo inganno?
Questa domanda solleva molte questioni diverse, ed è utile rispondere a tutte. Innanzi tutto è bene ricordare che quella degli arresti o similari è solo una – anche se irrinunciabile e monumentale – delle fasi di un processo di cambiamento ancora più vasto della nostra realtà. In questo blog ne parliamo ormai da mesi, siamo stati tra i primi a pronunciarci compiutamente in merito tra i media alternativi in rete, ma questo non è “il sito degli arresti di massa”, il focus editoriale è e rimane l’arte.
Dato che il più grande accadimento da quando l’arte è nata è la “disclosure” ossia l’emergere di verità che ci sono state occultate per molto tempo, e dato che l’arte si occupa primariamente di ricercare la verità che sta sotto la realtà, realizzando opere che stimolino l’evoluzione della coscienza collettiva proprio lungo questo cammino di ricerca ed approfondimento, di conseguenza il tema principale, diremmo obbligatorio da trattare per chiunque si interessi d’arte è e non può essere altro che quello di cui, dalla nostra prospettiva, noi ci occupiamo. Tutto il resto è largamente marginale.
Il sistema commerciale dell’arte, quello fatto di gallerie, istituzioni, musei, fondazioni, curatori, storici, case d’asta e naturalmente collezionisti, non se ne occupa minimamente. Non potrebbe essere altrimenti poiché è stato colonizzato dalle oligarchie, svuotato di senso e trasformato in una truffa con lo schema ponzi al pari di ogni altro settore, con l’aggravante che l’arte rappresenta lo strumento primario di programmazione mentale qualora ad assumere il controllo del sistema sia una oligarchia corrotta. L’arte è uno dei settori più strategici per fare brainwashing di massa, ed è precisamente quello che è accaduto. Ma lo vedremo prossimamente con delle trattazioni specifiche.
Ritornando al tema, questo blog si occupa di ciò che accade nell’arte e quindi nella realtà. E ora ciò che accade riguarda la fase di strappo dal passato.
Ma il focus, lo ricordiamo una volta per tutte, il VERO EVENTO di trasformazione del mondo, sarà la presa in carico del mondo stesso da parte ci ciascuno di noi. Sono millenni che abbiamo in virtù del nostro libero arbitrio delegato altri a guidare la nostra vita, lasciando che venissimo considerati degli incompetenti – i potenti parlando tra loro usano definire la popolazione “i morti” – da schiavizzare.
Tutti sono ora focalizzati sugli arresti immaginando che ciò sia risolutivo. Che ciò ci possa togliere automaticamente dalla condizione di schiavi. Mentre ciò è indispensabile, ma non risolutivo. Questo toglie semplicemente di mezzo dei governanti occulti che, malgrado abbiano mai lavorato a nostro favore, hanno senza dubbio dimostrato di saper il fatto loro, di saper governare.
Noi come individui e come collettivo non abbiamo mai dato questa dimostrazione. Non abbiamo mai provato a noi stessi cha siamo in grado di gestire la nostra realtà senza tutori evitando di autodistruggerci. Risolutivo è pertanto l’evento con cui la comunità umana costruirà con la propria volontà, capacità, con tecnologie prima occultate e poi disponibili, il proprio futuro. Con cui ridisegnerà da zero un tessuto sociale fondandolo sulla condivisione, cooperazione e trasparenza in quanto valori irrinunciabili.
Questo è il focus a lungo termine di Iconicon Post. Lo vogliamo specificare perché non vi siano malintesi di alcun genere. La costruzione del nuovo, nella quale l’arte avrà, con il contributo di ognuno di noi, un ruolo di prima linea.
Ed è in questo senso che man mano le possibilità di azione concreta prenderanno forma – e questo sta accadendo adesso – le diffonderemo da queste pagine. Abbiamo accennato brevemente questa possibilità con l’evento Action Now, postato a questo link. e con quanto concerne One Heaven postato a quest’altro link. Ora in quella direzione stanno maturando cose interessanti alle quali per i nostri lettori daremo adeguato spazio prossimamente.
Non ci stancheremo mai di ripetere che agire non significa andare in piazza a protestare. Si tratta di una reazione anacronistica e facilmente neutralizzabile dal sistema, basti vedere i fatti del G8 di Genova. Agire significa andare alla radice dei meccanismi con cui il sistema ci tiene in pugno e disinnescarli. Se non si va alla radice, tutto il resto sarà marginale, inutile quando non addirittura deleterio.
Quanto all’aspetto da film hollywoodiano con cui viene presentato l’evento arresti, lo schema buoni/cattivi e il concetto che venga qualcuno dall’esterno a “salvarci”, ebbene questi sono elementi folklorici che vengono dal fatto che il teatro principale delle operazioni (anche se non unico, vedremo quanto profondo sia il coinvolgimento del nostro paese) è rappresentato dagli USA, paese il cui entroterra culturale è fatto di questi archetipi, senz’altro da scremare per capire il senso dell’evento in una prospettiva più ampia.
Quanto infine all’ipotesi di un sistema che attraverso una sofisticatissima messa in scena con un gioco di mille specchi ci porti nell’estremo inganno di “cambiare tutto perché non cambi nulla”, ebbene contempliamola pure come ipotesi estrema.
Ricordando che nelle culture antiche basate su una visione sciamanica della realtà la trasmissione delle conoscenze profonde che riguardano il senso dell’esistenza non poteva passare altro che per “il divino inganno”.
L’educazione lineare non giunge infatti fino alle maggiori profondità della consapevolezza, dove per accedere davvero alla conoscenza è necessario ed inevitabile, per come l’uomo è stato progettato, vivere un dramma con colpo di scena finale.
Quindi in attesa di questo “inganno” godiamoci queste note interminabili, la grassona è là sul palco che ancora sta cantando.
Jervé
Fonte: Iconicon.it
Tramite: Oltreil2012-nuovaurora.blogspot.it
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