1 ottobre 2013

Psicofarmaci: curano veramente come ci dicono?

NuovAurora, 1 ottobre 2013

Cari amici, dopo una lunga assenza dal blog, ho sentito il dovere di scrivere questo post in quanto l'argomento in questione è, a parer mio, molto importante. Recentemente una cara amica mi ha dato uno scritto ricevuto da un gruppo di manifestanti davanti all'ospedale Niguarda di Milano.

La ragione della protesta era denunciare la dannosità degli psicofarmaci, svelando retroscena raccapriccianti che è necessario far conoscere al più gran numero di persone e ancor più di malati che ignari continuano ad assumere sostanze che di terapeutico hanno solo il nome.

Il mio intento è quello di contribuire a divulgare una conoscenza utile, lasciando naturalmente libero il lettore di fare le dovute considerazioni e prendere le sue personali decisioni.

Questo il testo distribuito dai manifestanti, buona lettura!




Psicofarmaci: un' epidemia tenuta nascosta


Da qualche anno è considerata epidemia il numero altissimo delle persone che riportano conseguenze invalidanti croniche, a volte per tutta la vita, in seguito ai danni provocati dagli psicofarmaci. I costi sociali ed economici che ne derivano sono elevatissimi.

Da almeno tre decenni la mortalità è in continuo aumento: è noto che i pazienti psichiatrici hanno mediamente un' aspettativa di vita di 25 anni inferiore a quella di chi non assume psicofarmaci. È aumentata notevolmente la somministrazione di psicofarmaci come Ritalin, Prozac, Stattera e altri, ai bambini.

La vendita del famigerato Ritalin è stata introdotta in Italia a partire dal 2007, sdoganandolo dalla Tabella I degli stupefacenti, nonostante che negli Stati Uniti più di 160 bambini siano morti e migliaia abbiano subito danni, proprio a causa di questo psicofarmaco.

Qual è il motivo che induce ad obbligare milioni di persone ad assumere psicofarmaci? Esiste, a quanto pare, una malattia e una medicina per ogni situazione di vita




Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, conosciuto come DSM, di cui il 18 maggio 2013 è uscita la quinta versione, influenza largamente non solo la società americana, ma quella del mondo intero. Il DSM, con la sua somiglianza al Malleus Maleficarum ( testo pubblicato in latino nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, allo scopo di soddisfare l'urgenza di reprimere l'eresia, il paganesimo e la stregoneria in Germania), detta legge per ogni sentire e pensare.

Perché coprire il conflitto interiore o sociale, il dolore emotivo, la tristezza, i problemi economici e morali, il non adeguamento all'inquadramento, con delle droghe che alterano le funzioni del cervello?

Che motivo c'è di imbottire le persone con sostanze chimiche che ne alterano il pensiero? (la Cabala lo sà bene... n.d.c). Somministrare un farmaco per mesi, o per tutta la vita, senza ottenere un miglioramento della salute, ma causando gravi danni alle funzioni del sistema nervoso centrale, ha il suo fondamento nei lauti guadagni delle case farmaceutiche e nelle sperimentazioni che si effettuano sul cervello umano, forse nel tentativo di renderci tutti appiattiti e accondiscendenti?

Dei neurolettici, inventati nei primi anni '50, era stato fatto un intenso battage pubblicitario, quali pillole che risolvono tutti i problemi e rendono la vita felice, e per ridare la libertà ai reclusi in manicomio.

Tuttavia, fin dall'inizio gli effetti inabilitanti degli psicofarmaci hanno cominciato ad essere visibili a tutti. Le ricerche mediche dimostrarono che molti pazienti, forse la maggior parte, stava sviluppando una patologia neurologica, la discinesia tardiva, spesso irreversibile.

Anche la forma più debole della discinesia, con i suoi movimenti involontari del volto, della bocca e della lingua creano molto disagio. Frequentemente il paziente è costretto a fare smorfie e perciò le persone comuni si convincono che sia “malato mentalmente”, mettendo così a repentaglio la sua credibilità.

L'acatisia tardiva è un altro sintomo devastante e non sempre evidente, causato dai neurolettici: comporta una stato di dolorosa tensione interiore e di ansia, e costringe a muovere il corpo o a camminare in continuazione. A volte l'individuo che subisce queste torture interne non riesce più a stare fermo.

Anche molti bambini sottoposti a trattamenti con psicofarmaci per l'ADHD sviluppano l'acatisia tardiva,che li costringe paradossalmente ad una perenne irrequietezza interiore. Un altro disturbo neurologico è la distonia tardiva, che con i suoi spasmi muscolari crea angoscia e può diventare inabilitante.




Purtroppo spesso i medici non informano i pazienti (o i loro genitori) della possibilità che si possano sviluppare queste patologie e nemmeno li avvertono quando si manifestano con una sintomatologia flagrante.

Anche se insorgono durante il periodo di assunzione del farmaco, spesso si evidenziano solo durante la disassuefazione, a causa del potere del farmaco di coprire la sintomatologia. La reazione al neurolettico può anche produrre la sindrome neurolettica maligna, non distinguibile da un'acuta infiammazione del cervello (encefalite letargica) e può essere fatale, soprattutto nelle somministrazioni a lento rilascio, dato che non è possibile interromperla.

Che i neurolettici danneggiano il cervello e compiono una lobotomia chimica, non deve essere inteso in senso metaforico, ma nel vero senso della parola.

A chi attribuisce questa sintomatologia alla (schizofrenia), è bene rispondere che centinaia di autopsie sui corpi di persone diagnosticate come “schizofreniche” dimostrano che solo dopo l'avvento dei neurolettici sono state riscontrate degenerazioni del cervello.

Dobbiamo rompere il silenzio sui danni causati dai neurolettici: la lista di evidenze scientifiche confermano l'orrore di quella che non è esagerato definire la più vasta epidemia attualmente esistente, quella dei neurolettici che causano patologie neurologiche.

Il Dr. Giorgio Antonucci si è sempre rifiutato di somministrare psicofarmaci, anche quando era primario di due reparti manicomiali, uno dei quali autogestito: Direi che un primo punto comprensibile a tutti è che gli psicofarmaci sono sostanze chimiche dello stesso tipo delle droghe, anche se in generale si dà il nome di droga alle sostanze proibite e non agli psicofarmaci.

Si tratta di sostanze che si dicono “neurotrope”, cioè che agiscono elettivamente sulle cellule nervose e sulle cellule cerebrali; sia gli psicofarmaci che le droghe proibite hanno le stesse caratteristiche di “neurotropismo”. La chimica cerebrale è così complessa e fine che qualsiasi intervento grossolano, che venga definito droga o psicofarmaco, comporta delle conseguenze negative anche se certi effetti iniziai, sia delle droghe che degli psicofarmaci, possano sembrare favorevoli.

A lungo andare si costituisce la tossicodipendenza, che significa che le cellule nervose e le altre cellule che si sono difese dalla sostanza tossica, ad un certo punto hanno elaborato delle situazioni chimiche per cui cercano di inglobare la sostanza estranea.Quindi, quando questa sostanza viene sospesa, avviene la dipendenza farmacologica, che è un fatto anche questo biochimico.

Se giustamente si fa la campagna contro le droghe in quanto danneggiano il sistema nervoso, si dovrebbe fare anche la campagna contro gli psicofarmaci. Il guaio più grosso è che le persone prendono queste sostanze su consiglio dei medici o su influenza della cultura medica, pensando che migliorino il funzionamento del sistema nervoso centrale.

Se qualcuno si vuole avvelenare, ha il diritto di farlo, ma il brutto è se uno si avvelena pensando di farsi del bene perché il medico gli ha dato dei consigli sbagliati: questo è grave. Un medico che consiglia delle sostanze dannose per il cervello e per l'organismo fa il contrario di quello che dovrebbe fare.”

Come si scalano gli psicofarmaci? Ecco la risposta del Dr. Giorgio Antonucci: “Le persone che ho trovato lì (in manicomio N.d.C) oltre a essere legate nel letto e chiuse in una stanza, erano state sottoposte a quattro o cinque tipi di psicofarmaci, neurolettici, ansiolitici o tutti e due insieme o anche antiepilettici, quando non c'era neanche l'epilessia e così via.

Ho dovuto progressivamente togliere queste medicine, tenendo conto del fatto che con una persona che è intossicata, bisogna procedere stando attente agli effetti dell'assuefazione, come quando uno deve smettere una droga. Gli effetti dell'assuefazione sono fisici, nel senso che l'organismo era abituato a prendere certe sostanze tossiche e anche psicologici, perché se si toglie la pastiglia per dormire ad una persona abituata a prenderla, pensa che non possa dormire se non con la pastiglia.

Così ho cominciato a togliere progressivamente i farmaci, discutendone con le persone stesse e cercando di capire quello che succedeva insieme a loro. Questo mi ha richiesto anche tempi lunghi, perché c'erano per esempio delle persone che volevano continuare ad assumerli, perché erano abituate e se non li prendevano veniva loro l'angoscia.

Il mio scopo era, oltre a quello di liberare queste persone da tutti i vincoli fisici e di restituire loro la comunicazione con gli altri, quello di togliere gli psicofarmaci.

Intanto discuto con la persona cosa sono gli psicofarmaci, di modo che sia convinta di quello che fa. Se la persona è convinta, si possono togliere in una settimana e non si fa altro che guadagnarci. Se non è convinta si impiega più tempo, ma vanno tolti, se il paziente è d'accordo. Io non faccio mai niente senza che il consenso dell'assistito. Questa è la base, se no sarebbe il rovescio della psichiatria, la quale ha il trattamento sanitario obbligatorio, dunque pensa di dover intervenire anche con la forza. Io intervengo solo se la persona è d'accordo”.

Post scriptum

Di seguito un video interessantissimo dal titolo "inventori di malattie" che ci apre gli occhi sulle cure psichiatriche e sugli interessi di persone senza scrupoli morali, ma grande interesse per il denaro, che si celano dietro la vendita degli psicofarmaci.